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Presentazione I Racconti della Terra
 

SINTESI DELLA 124° TAPPA - SANT'AGATA DI PUGLIA

Poco più di 2200 abitanti a Sant’Agata di Puglia, cittadina di origine medievale che, dai suoi 794 metri di altezza, offre una panoramica di tutto il Tavoliere. Nel passato della città di annovera un’importanza strategica e militare, soprattutto in epoca angioina, aragonese e sveva, quando il centro, chiamato Artemisium dagli antichi romani in onore della Dea Artemide, era noto come “Castellania” e nei documenti del tempo si cita spesso “Il castello di sant’Agata”, la santa che protegge la città. Tutt’oggi l'impianto urbanistico conserva la struttura medievale; si è sviluppato in forma spiraliforme a partire dal castello verso valle in un progredire di vicoli, ripide scalinate, archi, torrette, campanili, case con caratteristici portali, fino all'ultima cinta di cui l'entrata era la Porta Nuova con le chiese posizionate sui lati del paese. Sant'Agata oggi conserva la doppia cinta muraria: la più antica, racchiude il Castello di epoca longobarda restaurata in seguito dai Normanni e rinforzata dagli Svevi e dagli Angioini, un paese ricco di storica come spiega la professoressa Margherita Pasquariello, esperta anche nella ricostruzione di costumi di epoca, ora impegnata proprio in un lavoro di grande pregio storico, come si evince dal suo intervento. Due personaggi noti sono nativi di questo comune: il brigante temutissimo Giuseppe Schiavone e l’applauditissimo Tony Sant’Agata, una voce degli anni Sessanta che ci introduce nel tema che ispira questa puntata che si svolge in un locale che rende onore ai “Sixties”, lo spiega Maria Calotti, co-titolare del Ristorante “Piper”. Con le parole di Daniele Circiello, general manager “Solutiongroups” andiamo a scoprire perché I Racconti della Terra abbia deciso di dedicare una puntata i mitici anni Sessanta e scopriamo anche come, ad oggi, molte cose sono cambiate, in termini anche di cibo, accostamenti e modalità di cottura, ne parliamo con gli chef Tommaso Lombardi e Francesco Villani, che per  l’occasione hanno realizzato un menù che rielabora le ricette di quarant’anni fa e le accosta a connubi nuovi. Un’ampia fetta della trasmissione è dedicata ai ricordi, a com’erano la Capitanata e il Subappennino nel periodo in questione, alle abitudini dei giovani, agli scarsi ristoranti e strutture alberghiere, alle modalità di comportamento che si tenevano a tavola a tanto altro ancora…pillole di ricordi, spesso filtrate dalle generazioni più anziane, che raccogliamo insieme a Lorenzo Russo, Sindaco di Sant’Agara di Puglia, Nino Danaro, sindaco di Ascoli Satriano, Pasquale Murgante, sindaco di Accadia, Nicola Cristiano, vicesindaco di Sant’Agata di Puglia,  Michele Trivento, consigliere comunale di Candela. Erano gli anni del boom economico, ma anche dell’emigrazione, del mito dell’auto che andava a cento allora, come racconta Francesco Maulucci, direttore Motorizzazione Civile di Foggia, ma anche gli anni del vino a consumo, non imbottigliato, tema di cui parliamo con il sommelier Nicola Russo, delle nuove posate in acciaio, più funzionali, che rivoluzionarono anche il modo di apparecchiare la tavola, argomento dell’intervento del maitre Antonio Di Lago. Tra sottofondi musicali da amarcord e scene tratte dai capolavori del dopo “Dolce Vita”, la puntata è davvero da non perdere.
Buona visione!


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